Il progetto di accoglienza per i richiedenti asilo si rinnova nella primavera del 2014 per affrontare l’emergenza degli sbarchi sul suolo italiano di migliaia di donne e di uomini. L’affidamento dei servizi di accoglienza avviene tramite bando prefettizio e vede la sinergia tra la nostra cooperativa e Caritas Diocesana bergamasca, che agisce tramite l’associazione Diakonia, e la Cooperativa Sociale Il Pugno Aperto.
In Italia e nel resto d’Europa, l’immigrazione dei richiedenti protezione internazionale è divenuto un fenomeno complesso e organico nell’economia e nella politica mondiale che gli esperti prevedono di lunga durata. I richiedenti protezione internazionale che la Prefettura affida alla nostra accoglienza sono soprattutto uomini che viaggiano da soli e provengono da diversi paesi dell’Africa, del Medio Oriente e dell’Asia. Negli anni sono stati tuttavia accolti anche nuclei familiari e donne, il cui accompagnamento ha condotto gli operatori ad approfondire tematiche specifiche legate all’accoglienza femminile.
Il progetto è attivo sia in Centri di Accoglienza Straordinaria che in Reti di appartamenti diffusi sul territorio di Bergamo e provincia, gestiti da équipe multidisciplinari che, attraverso la mediazione, intesa come strategia educativa intenzionale, lavorano con obiettivi specifici:
- Soddisfare i bisogni primari degli ospiti – casa, cibo, tutela della salute
- Sostenere l’educazione alla cura della persona e degli spazi abitativi
- Fornire accompagnamento legale alla richiesta di protezione internazionale
- Facilitare la comprensione di pratiche burocratiche, la conoscenza dei servizi del territorio e della comunità locale
- Favorire l’inserimento nel territorio attraverso corsi di alfabetizzazione e proposte formative di educazione alla cittadinanza
- Organizzare momenti di socializzazione nel tempo libero e momenti di coinvolgimento della comunità locale
- Accompagnare e orientare situazioni di vulnerabilità, disagio psichico e psicologico con risorse interne e accordandosi con i servizi del territorio.
La presenza dei centri e, in particolare, delle reti di appartamenti in accoglienza diffusa, ha stimolato, in alcuni territori, la nascita di gruppi di volontariato attenti alle questioni migratorie e capaci di costruire una vera e propria rete di relazioni.