
Seck Cherif Ibrahima, tra i primi mediatori interculturali a Bergamo e tra i fondatori della Ruah, ha ottenuto la cittadinanza
In questi giorni è stata conferita la cittadinanza italiana a Seck Cherif Ibrahima, originario del Senegal.
Per scrivere della sua esperienza in Italia e di oltre venticinque anni alla Cooperativa Ruah, un libro non basterebbe.
Ci piace raccontare di Cherif sognatore: la notte medita e al mattino eccolo pronto con le sue perle di saggezza, per alcuni aspetti difficili da realizzare, ma la sua voglia di mettersi in gioco ancora oggi conferma il suo spirito intraprendente e per noi una testimonianza di grande arricchimento.
Entrato come ospite alla Cooperativa Ruah, subito si è reso disponibile facendo da tramite tra noi educatori e i migranti africani per meglio rispondere alle esigenze di entrambi, per un’accoglienza dignitosa nel rispetto di ogni singola persona, soprattutto evidenziando la sua volontà a collaborare come mediatore culturale nelle scuole e oratori, perché la sofferenza migratoria subita dai genitori non debba ricadere anche sul futuro dei figli. Lo ricordano molti studenti, dalla scuola “Mazzi” di Bergamo agli studenti delle Scuola Medie di Gromo, dove solo dieci anni fa non accettavano un insegnante meridionale, alcuni di quei ragazzi oggi laureati scrivono ancora a Cherif ringraziandolo. Ai giovani degli oratori e dell’università ha fatto conoscere la realtà del villaggio accompagnandoli in Senegal, perché a parole si può immaginare, ma la conoscenza diretta e la povertà con cui si viene a contatto sono esperienze che cambiano la vita. Infatti al rientro alcuni di loro sono diventati volontari e poi educatori, oggi referenti delle varie aree della Cooperativa Ruah.
Partita l’esperienza del “Laboratorio Triciclo” eccolo pronto a collaborare, container di vestiti usati per far partire un progetto per le donne senegalesi in loco.
Con la conoscenza del sistema scolastico italiano Cherif non poteva ignorare le difficoltà educative del Senegal. Con la nostra collaborazione è stata aperta una scuola materna, seguita per oltre cinque anni e adesso autonoma e una scuola professionale per parrucchiere, sartoria e cucina.
Eccolo di nuovo in campo con l’arrivo dei primi richiedenti asilo tunisini nel 2011, pronto a dialogare per una reciproca corresponsabilità, che continua ancor oggi nei vari Centri di Accoglienza dei richiedenti asilo politico.
Un nuovo progetto “Orti di frutta e verdura per un lavoro femminile” da un anno coinvolge una decina di mamme in Senegal. Progetto visitato e supportato dalle varie visite in loco di nostri collaboratori. Grazie anche al sostegno economico del Comune di Bergamo che ha messo a disposizione alla piattaforma ecologica uno spazio per la raccolta di materiale riciclabile.
Cherif era molto titubante per la richiesta di cittadinanza italiana, giustificandosi quasi di non meritarla. Alla nostra insistenza così rispondeva: “Ho ricevuto molto dall’Italia, in particolare ho conosciuto un valore che in Africa non esiste, la solidarietà e il volontariato, questo per me è il dono più grande della mia vita”.
Testimonianza di Giulio Baroni, presidente Associazione Comunità Immigrati Ruah