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Da qualche parte nel mare
Sono un pesce io
e non capisco
quando li vedo partire
su queste piccole barche
in questo mare grande
stretti che nemmeno respirano
e non capisco
cosa li spinge al rischio
da quale certezza fuggano
e non capisco
perché lo fanno
di mettersi tutti lì dentro
e non capisco
quando li vedo cadere
buttarsi o essere buttati
e si agitano e si sbracciano
inutilmente cercando l’aria che gli manca
e non sanno più se salvar sé stessi
o salvare i figli e le mogli e i fratelli e gli amici
perché l’acqua gli entra in bocca
e nel naso e negli occhi
e gridano chiamando qualche dio
e non capiscono più nulla
come io non capisco
questa barca qui in fondo
con dentro madri e figli e uomini
ancora abbracciati
che paiono dormire
ma non dormono
con gli occhi sbarrati
con gli occhi chiusi
e non respirano più
e io non capisco
e non posso dargli una mano
sono un pesce io
e non ho mani
e non capisco
perché il mare è uno per tutti i pesci
perché il cielo è uno per tutti gli uccelli
perché la terra non sia una
per tutti gli uomini e le donne e i bambini.
CARLO DAL LAGO